Roma mette a disposizione i suoi luoghi più belli per matrimoni. A prevederlo è una memoria approvata dalla giunta di Ignazio Marino. “I proventi che arriveranno nelle casse del Comune per questo tipo di attività verranno poi reinvestiti in particolare sui beni culturali”, ha spiegato l’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi. “La memoria dà mandato alla Sovrintendenza capitolina di stabilire l’iter amministrativo e le tariffe, che dipenderanno da ciò che viene
richiesto e dalla durata”, ha aggiunto.
“Abbiamo approvato una memoria che va nella direzione della valorizzazione del patrimonio di Roma e che riguarda la concessione temporanea di spazi di pregio della città per eventi privati, sia di società che di singole persone, e in particolare parliamo di matrimoni – ha esordito Cattoi -. Non c’è mai stato
un divieto a questo, ma non era mai stato fatto: se una persona particolarmente facoltosa voleva sposarsi per esempio ai Musei capitolini o avere il sagrato di una piazza tutto per sè non lo poteva fare. Ora sarà possibile farlo”.
“Con questa memoria chiunque, evidentemente con delle disponibilità economiche fuori dal comune, decida di volersi sposare in un particolare luogo a cui tiene per la bellezza, il fascino o magari per i ricordi che gli evoca, potrà farlo. Noi stabiliamo questa possibilità con delle tariffe che non sono di occupazione suolo pubblico ma speciali, perché effettivamente si tratta di luoghi che vengono sottratti alla collettività, anche fosse solo per un’ora, e quindi c’è bisogno di una cifra congrua. Parliamo di spazi pubblici come il giardino degli Aranci piuttosto che i Musei capitolini o la terrazza dei Mercati di Traiano: spazi che sono pubblici, ma che potranno essere riservati per un periodo limitato di tempo a un utilizzo privato”.
“La memoria è propedeutica alla delibera sui matrimoni che era ‘zoppa’ e che ora potrà tornare in Assemblea capitolina”, le ha fatto eco la responsabile della Cultura Giovanna Marinelli.